Questo Governo Non Si Ancora Formato E Siamo Qui Gi A Gridare All'apocalisse; Eppure, Come Dicevo Nel
Questo governo non si è ancora formato e siamo qui già a gridare all'apocalisse; eppure, come dicevo nel mio post precedente, di merda di vario colore ne abbiamo vista, negli ultimi trent'anni. Quello che non dovreste lasciare che accada è essere impauriti. Se un governo di estrema destra (che ancora deve essere costituito, quindi vedremo come, quanto, quando e cosa) vi spaventa, ci sono tutta una serie di cose bellissime che potete fare finché dura, quali:
fate attivismo. Reale, scendete in strada, contattate le associazioni, occupatevi dei più deboli e delle categorie che questo genere di governo vorrà ignorare.
non tacete, esprimete le vostre idee con chiarezza e imparate a non trattare gli avversari come bersagli da insulti facili e immaturi (quali quelli sull'aspetto fisico, sulla provenienza etc.) Criticateli sui programmi che non hanno o sulla visione del mondo retrograda, che basta a farli crollare come niente.
non smettete di fare informazione sana, verificata, consapevole, rispettosa delle fonti, sia quando vi conviene che -soprattutto!- quando non vi conviene.
educate i minori. E anche quelli che non lo sono e che vi dovessero ascoltare, anche solo per un minuto: il seme del cambiamento è piccolo e lento a maturare, ma non è impossibile che lo faccia.
sfidate il governo sui fatti, anche su quelli che non vi riguardano direttamente; così imparate anche a mettervi nei panni degli altri.
infine, e cosa più importante: ricordate che non bisogna mai cedere di un millimetro. Se davvero un domani doveste essere testimoni di bullismo, intimidazioni, abusi di potere da parte di fascistelli convinti che il sole non possa più bruciarli, non cedete di un millimetro e dimostrate loro che la civiltà, quella che a loro manca, li scioglie come neve al sole se applicata correttamente.
E insomma, peraltro, state tranquilli che non dura. Non dura niente nel paese del cappuccino e cornetto. Figurarsi la Meloni.
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Alberto Sordi, “Nell’anno del Signore” (Luigi Magni, 1969) giffeteria

“Nasce a Firenze nel 1922. È una bambina solitaria, con un bel caratterino. Rifiuta la carne, mangia solo verdure, ama i gatti. Cresce, studia, ma chiusa in un’aula, si annoia da morire. Margherita ha bisogno d’aria, adora andare in bicicletta, fare sport. Si innamora del salto in alto. All’università studia Fisica. Mentre tutti stanno piegati sui libri, lei si attacca al telescopio. I suoi occhi viaggiano nello spazio siderale, si posano su una stella. Si chiama Zeta Tauri, in apparenza è uguale alle altre, ma a guardarla bene, il suo comportamento è diverso, strano, unico. Proprio come lei. Margherita si appassiona, fa nuove scoperte, vuole fare la scienziata. Si laurea piena di fiducia, ma si ritrova a scrivere istruzioni per le macchine fotografiche. È il 1944. Incontra Aldo, un uomo intelligente che la ascolta e la rispetta. Si sposano, mentre scoppia la guerra. Sostenuta dall’amore, Margherita si sente libera di volare. Scrive per riviste scientifiche, partecipa a convegni, collabora con la Nasa. Negli anni Sessanta la chiamano a Trieste, è la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico. Si impegna in politica, lotta al fianco delle coppie omosessuali. È una grande oratrice, quando parte non si ferma più. Solo il marito la riporta con i piedi per terra. È il 2013. Margherita ha 91 anni, si prepara per il suo ultimo viaggio. È stata un’astrofisica, una divulgatrice, un’attivista. Una donna che non ha avuto paura di osare: nella scienza, come nella vita, bisogna essere ribelli”. Lei è Margherita Hack. È il centenario della sua nascita, e questa è la sua storia. @Storia degli altri