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Questa Canzone Talmente Banale E Sciocca Che Forse Non Vale La Pena Di Parlarne. Mi Ricorda Che Faccio

Andrea Laszlo De Simone - Meglio
I diritti di questo brano appartengono all'autore. Di seguito i link per acquistare l'album "Uomo Donna" da cui è estratto il pezzo: https://itunes.apple.com...

Questa canzone è talmente banale e sciocca che forse non vale la pena di parlarne. Mi ricorda che faccio parte della provincia di una cultura insipida. È una sola frase che si ripete, ma in quel momento avevo bisogno di dirla. Il titolo della prima registrazione era “Ti amo”, ma registrandola di nuovo ho nominato il file, appunto, “Meglio” perché era effettivamente venuta meglio. Al di là di tutto è una canzone per una persona importante per me. – Andrea Laszlo De Simone, DLSO

  • rapsodia76
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  • cali-go
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  • horacio-oliveira-74
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5 years ago

Se esisti per davvero – fatti avanti, sii nuvola, caprone, aviatore, porta con te occhi, bocca, voce, – chiedimi qualcosa, lascia che mi sacrifichi, prendimi tra le braccia, proteggimi, nutrimi con la settima parte di un pesce, fammi un fischio, dissodami le dita, ricolmami di aromi, di stupore, – resuscitami.

Nina Cassian, “C’è modo e modo di sparire. Poesie 1945-2007”. (via punti-disutura)

5 years ago

[…]

puoi sapere se fidarti di qualcuno solo se ti fidi di lui.

.

[dal film Hemingway & Gellhorn ]

.

.

https://youtu.be/QzmMB8dTwGs

Nick Cave & The Bad Seeds - Henry Lee

5 years ago

ㅤ Come uno che si lasci cadere

per non muoversi piú.

ㅤ Una folla immensa d’intorno

sento affaticarsi e avanzare,

ma forse è solo l’illusione

dei sensi stremati.

ㅤ La meta è ancor tanto lontana

ma tanti e tanti ormai

l’hanno anelata e raggiunta

ch’io posso tremando

solo più annichilirmi nel buio.

ㅤ Ma forse è solo la vertigine

del desiderio in agonia.

ㅤ Come uno che si lasci cadere

e non si muova più.

[16 aprile 1928]

Cesare Pavese, in Prima di “Lavorare stanca” (1923-1930), ora in Poesie, Torino, Einaudi, 1998.

5 years ago

E so molto bene che non ci sarai.

Non ci sarai nella strada,

non nel mormorio che sgorga di notte

dai pali che la illuminano,

neppure nel gesto di scegliere il menù,

o nel sorriso che alleggerisce il “tutto completo” delle sotterranee,

nei libri prestati e nell'arrivederci a domani.

Nei miei sogni non ci sarai,

nel destino originale delle parole,

nè ci sarai in un numero di telefono

o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.

Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,

e non per te comprerò dolci,

all'angolo della strada mi fermerò,

a quell'angolo a cui non svolterai,

e dirò le parole che si dicono

e mangerò le cose che si mangiano

e sognerò i sogni che si sognano

e so molto bene che non ci sarai,

nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,

nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.

Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,

e quando ti penserò, penserò un pensiero

che oscuramente cerca di ricordarsi di te.

Julio Cortázar