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Adorabile Coppia, Generosi E Affettuosi Che Ho L'onore Di Conoscere, Esiste Anche Un Bel Reportage Che

Adorabile Coppia, Generosi E Affettuosi Che Ho L'onore Di Conoscere, Esiste Anche Un Bel Reportage Che

Adorabile coppia, generosi e affettuosi che ho l'onore di conoscere, esiste anche un bel reportage che si può trovare su Raiplay puntata di: Di là dal fiume e tra gli alberi del 12 settembre 2023

LA FAMIGLIA CHE HA OSPITATO 600 MIGRANTI IN CASA PROPRIA

LA FAMIGLIA CHE HA OSPITATO 600 MIGRANTI IN CASA PROPRIA

Filippo Lombardo è un artigiano nato a Reggio Calabria, insieme alla moglie Loredana Crivellari, vivono a Ventimiglia in Liguria a pochi chilometri dalla frontiera con la Francia. Negli ultimi quattro anni hanno ospitato nella loro casa circa 600 migranti.

Sono ormai conosciuti come ‘quelli del furgoncino rosso’, accolgono e danno rifugio a tanti che vengono respinti al confine con la Francia. “Il primo si chiamava Hussain. Era un ragazzo tunisino. Lo abbiamo trovato malconcio, era stato picchiato”. A Natale è arrivata una ragazza nigeriana. Camminava per strada assieme al figlio di quattro anni. Erano stati respinti. Scaricati al confine. “Il problema – continuano nel racconto – è che non si fidano più di nessuno”. “Quando avvicini queste donne che sono state violentate e imprigionate in Libia, donne in viaggio da anni, donne che hanno attraversato il mare, senti tutta la loro preoccupazione”. In cambio, Filomena e Filippo non vogliono nulla. “Ci dividiamo i compiti” racconta Filomena, infermiera in pensione. “Io mi occupo dell’accoglienza in casa, lui va con il furgone quando sappiamo che ci sono donne o famiglie in mezzo alla strada”.

Alle volte l’afflusso è massiccio, anche trenta persone in una settimana. “Non ce ne siamo mai dovuti pentire”, racconta Loredana: “Nessuno ha mai portato via un solo euro”. “Vedevamo questi ragazzi e ragazze sulle strade… Forse perché ci siamo conosciuti negli scout, e quando sei scout lo sei per tutta la vita”. “In questi anni abbiamo capito che aiutare gli altri è bellissimo, ti cura l’anima” raccontano.

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Fonte: La Stampa; La Repubblica; foto di August de Richelieu

LA FAMIGLIA CHE HA OSPITATO 600 MIGRANTI IN CASA PROPRIA

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11 months ago
1 year ago

CHICCHI E LA MIMOSA

CHICCHI E LA MIMOSA

A scegliere la mimosa come fiore per l’8 marzo fu Teresa Mattei, che nel 1938 era in seconda Liceo e fu espulsa da tutte le scuole per aver contestato le leggi razziali, che a Firenze organizzò la prima manifestazione in Italia contro la guerra, che partecipò alla Resistenza con il nome di battaglia di Chicchi e la qualifica di Comandante di Compagnia, che era sorella di Gianfranco Mattei, gappista per che non cedere alla torture dei fascisti si era suicidato in carcere, che fondò i gruppi di Difesa della Donna di Firenze, che fu catturata dai tedeschi, torturata e violentata, che prese parte al piano per l’uccisione di Giovanni Gentile, che fu la più giovane eletta nell’Assemblea Costituente e diventò dirigente dell’Unione Donne Italiane, che Togliatti definì una “maledetta anarchica”, che fu espulsa dal PCI perché contraria alla linea stalinista del partito, che lottò tutta la vita per i diritti delle donne e dei minori, che in un’intervista disse “L’unica volta che misi il rossetto fu per mettere una bomba”, che morì a 92 anni libera, indipendente e femminista.

11 months ago
Sono Un Pubblicitario: Ebbene S, Inquino Luniverso.Io Sono Quello Che Vi Vende Tutta Quella Merda.Quello

Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l’universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Cielo sempre blu, ragazze sempre belle, una felicità perfetta, ritoccata in Photoshop. Immagini leccate, musiche nel vento. Quando, a forza di risparmi, voi riuscirete a pagarvi l’auto dei vostri sogni, quella che ho lanciato nella mia ultima campagna, io l’avrò già fatta passare di moda. Sarò già tre tendenze più avanti, riuscendo così a farvi sentire sempre insoddisfatti. Il Glamour è il paese dove non si arriva mai. Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C’è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma.

Frédéric Beigbeder, "Lire 26900"

1 year ago

Merita l'ascolto

10 months ago
ghenghenga - Uno al di

Ecco il testo integrale del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile che lo scrittore avrebbe dovuto portare a “Che sarà” e censurato dalla Rai.

Da leggere, rileggere, studiare e, soprattutto, condividere in ogni modo e con ogni mezzo, fare arrivare lontano, alla faccia di questa destra miserabile e neofascista che crede di poter cancellare la Storia.

“Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.

Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania. In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944.

Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati. Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista.

Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via. Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).

Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola, Antifascismo, non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana.”

Lorenzo Tosa