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Canzonette Mortali

Canzonette mortali

Io che ho sempre adorato le spoglie del futuro

e solo del futuro, di nient’altro

ho qualche volta nostalgia

ricordo adesso con spavento

quando alle mie carezze smetterai di bagnarti,

quando dal mio piacere

sarai divisa e forse per bellezza

d’essere tanto amata o per dolcezza

d’avermi amato

farai finta lo stesso di godere.

Le volte che è con furia

che nel tuo ventre cerco la mia gioia

è perché, amore, so che più di tanto

non avrà tempo il tempo

di scorrere equamente per noi due

e che solo in un sogno o dalla corsa

del tempo buttandomi giù prima

posso fare che un giorno tu non voglia

da un altro amore credere l’amore.

Un giorno o l’altro ti lascio, un giorno

dopo l’altro ti lascio, anima mia.

Per gelosia di vecchio, per paura

di perderti – o perché

avrò smesso di vivere, soltanto.

Però sto fermo, intanto,

come sta fermo un ramo

su cui sta fermo un passero, m’incanto…

Non questa volta, non ancora.

Quando ci scivoliamo dalle braccia

è solo per cercare un altro abbraccio,

quello del sonno, della calma – e c’è

come fosse per sempre

da pensare al riposo della spalla,

da aver riguardo per i tuoi capelli.

Meglio che tu non sappia

con che preghiere m’addormento, quali

parole borbottando

nel quarto muto della gola

per non farmi squartare un’altra volta

dall’avido sonno indovino.

Il cuore che non dorme

dice al cuore che dorme: Abbi paura.

Ma io non sono il mio cuore, non ascolto

né do la sorte, so bene che mancarti,

non perderti, era l’ultima sventura.

Ti muovi nel sonno. Non girarti,

non vedermi vicino e senza luce!

Occhio per occhio, parola per parola,

sto ripassando la parte della vita.

Penso se avrò il coraggio

di tacere, sorridere, guardarti

che mi guardi morire.

Solo questo domando: esserti sempre,

per quanto tu mi sei cara, leggero.

Ti giri nel sonno, in un sogno, a poca luce.

1982-1983

  • marta2302
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  • lolita-1998
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3 years ago

Frammento di una intervista a Roberto Bolano, poco prima della sua scomparsa:

Non mi sono mai riproposto di “lavorare” con la mia autobiografia. Vivere senza lavorare per me è qualcosa che somiglia alla felicità. Così cerco, ogni volta che posso, di evitare il lavoro e qualsiasi altro sforzo. Non lavorare con la mia autobiografia (la parola autobiografia mi fa rizzare i peli), non lavorare con la scrittura, non lavare i piatti, lasciare che i miei figli facciano quello che vogliono e rimanere seduto davanti alla televisione vedendo programmi spazzatura brontolando o ridendomela. Il pianeta Bolaño, suona molto divertente. Però non è un pianeta. Solo un meteorite, e per di più abbastanza inoffensivo, di questi meteoriti che cadono sulla Terra e nessuno se ne rende conto che sono caduti, a meno che non bucano il cranio a una mucca, e allora il proprietario della mucca sì se ne accorge. Ho sempre voluto essere uno scrittore politico, di sinistra, è chiaro, però gli scrittori politici di sinistra mi sembravano infami. Se fossi stato Robespierre, o no, meglio Danton, prima o poi li avrei mandati alla ghigliottina. "Latinoamerica", tra le sue tante disgrazie, ha anche avuto una serie di scrittori di sinistra veramente miserabili. Volevo dire, miserabili come scrittori. E ora io tendo a credere che siano stati miserabili anche come uomini. E probabilmente miserabili come amanti e come sposi e come genitori. Una disgrazia. Pezzi di merda sparpagliati dal destino per mettere alla prova la nostra tempra, credo, perchè se potevamo vivere e resistere a quei libri sicuramente eravamo capaci di resistere a tutto. Infine, non esageriamo. Il XX secolo è stato pieno di scrittori di sinistra più che cattivi, perversi. Se avessi potuto scegliere, probabilmente ora sarei un cavaliere rurale belga, con una salute di ferro, scapolone, frequentatore dei bordelli di Bruxelles (dove ci sono le donne più belle d’ Europa), lettore di romanzi polizieschi e che dilapiderebbe la ricchezza accumulata da generazioni. Però sono cileno, di classe medio bassa e vita abbastanza nomade, e probabilmente l’unica cosa che potevo fare era convertirmi in scrittore, accedere come scrittore e soprattutto come lettore a una ricchezza immaginaria. L’immaginazione surrealista è tanto estesa quanto la televisione.


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3 years ago

"In una stazione del metrò" Oscar Hahn

Sventurati quelli che hanno scorto

una ragazza nel metrò

e si sono innamorati di colpo

e l’hanno seguita impazziti

e l’hanno persa per sempre tra la folla

perché saranno condannati

a vagare senza meta per le stazioni

e a piangere sulle canzoni d’amore

che i musicisti ambulanti intonano nei tunnel.

E forse l’amore non è che questo:

una donna o un uomo che scende da un vagone

in una stazione del metrò

e brilla per pochi secondi

e si perde senza nome nella sera.


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3 years ago
Giorgio Caproni

Giorgio Caproni


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3 years ago

Guarda "Alt-J - Pleader (live at Southside 2017)" su YouTube

“Conosco dell'amore quel poco che mi hanno insegnato gli occhi che mi hanno saputo amare.”...


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3 years ago
Basta Una Piccola Crepa Per Compromettere La Stabilit Di Un Edificio Perch Quelle Crepa Col Tempo Crescer,

Basta una piccola crepa per compromettere la stabilità di un edificio perché quelle crepa col tempo crescerà, lo sa bene Ivan locke che per un piccolo errore ora sta compromettendo la sua vita. In quella BMW si consuma il dramma dell’eroe di omerica memoria che per fare la cosa giusta perde tutto ma riscatta il suo nome dall’onda paterna… e poi c’è Tom Hardy!..


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