justmultifandom - I'm a big shipper
I'm a big shipper

I am a multifandom. Eli/16 yo/🇮🇹/bisexual Voltron/Gormiti/Anime Kidge💚❤/Ikon💙💚

255 posts

Kidge Headcanon N.22

Kidge headcanon n.22

Keith use to touch Pidge's boobies like little plushies when she's upset, angry or stressed.

  • all27g
    all27g liked this · 6 months ago
  • justmultifandom
    justmultifandom liked this · 1 year ago
  • samsienichole
    samsienichole liked this · 1 year ago
  • stars-chan
    stars-chan liked this · 1 year ago
  • cocoshippertrash
    cocoshippertrash liked this · 1 year ago
  • udontcare-love
    udontcare-love liked this · 1 year ago
  • cmarrujo
    cmarrujo reblogged this · 1 year ago
  • cmarrujo
    cmarrujo liked this · 1 year ago
  • serene-13
    serene-13 liked this · 1 year ago
  • kidge-planet
    kidge-planet liked this · 1 year ago

More Posts from Justmultifandom

1 year ago

Shiro:"Tell me again how do you find out that she was pregnant???"

Kidge headcanon 23!

Pidge: *was sleeping on the couch but then abruptly wakes up*

Keith: Are ok?..

Pidge: Touch my forehead.

Keith:

Keith: *Places his hand on her forehead*

Pidge: do I have fever?

Keith: no, you seem actually pretty cold... why?

Pidge: because I have a "baby fever".

Keith: what-

Pidge: I dreamt about us having a kid and you looked SO HOT as a father.

Keith: Again... WHAT-

Ps:

(baby fever:  describe the intense longing to have a baby and experience parenthood... doesn't have anything to do with an ACTUAL fever👍)

1 year ago

Kidge headcanon n.24

When Pidge told Keith she was pregnant, he was happy but also so scared at first... His father died when he was young and since he knew parenthood wasn't easy, he was afraid to do some mistakes.

When the baby was born, and he took them in his arms, all the worries dissapeared. And let's be real, Keith is the most fantastic dad in the entire universe.


Tags :
1 year ago

"I see my reflection is your eyes"

Reflections-The neighbourhood

I've never seen a Kidge phrase better than this...


Tags :
1 year ago

Team Voltron Heroes

Capitolo 4. Lotor

Mi dispiace, questo capitolo ci ha messo troppo...

Atlantide, anno 2134.

Atlantide sorgeva imponente e splendida come sempre, luminosa tra i bui e profondi abissi. Il castello sorgeva in mezzo alle tecnologiche abitazioni come un grande cristallo marino brillante, l’orgoglio più grande degli atlantidei. Il re Bandor, salito al trono dopo la prematura morte dei genitori, nuotava aggraziatamente per i corridoi al fianco della sua amata sorella, le guardie che li circondavano da tutti i lati.

“Quindi qualcuno ha attaccato Gotham e ucciso Acquaman…”: disse Romelle, giocando con il lembo del vestito attillato e elegante ma comunque comodo per nuotare, rimuginando sulla notizia di quello che era successo poche ore prima:” E vuoi davvero fidarti di lui? È uno sconosciuto, non sappiamo né il volto, né il nome.”

“E’ l’unico sopravvissuto, abbiamo bisogno di una protezione in qualche modo”: spiegò impulsivamente Bandor che, nonostante avesse dieci anni meno di lei, era il legittimo erede al trono.

“E se mentisse? Come puoi fidarti di lui?”: lei continuò, senza guardarlo negli occhi. La tragica e angosciante notizia di Gotham e di tutti i supereroi aveva distrutto tutto il mondo, Atlantide in particolare. Erano sempre stati diffidenti con il mondo in superficie, per cui erano terrorizzati che senza un eroe come Acquaman gli umani avrebbero continuato la loro guerra abbandonata da tempo. Non che Bandor avesse paura di non poterli combattere, anzi, lui voleva evitare i combattimenti a tutti i costi, e per farlo, avevano bisogno di una protezione comune.

“Mi fido, è così che si instaura un rapporto”: rispose seccamente:” E poi il nostro migliore combattente, anche se ha sposato una terrestre, è vecchio”

“Che mi dici di suo figlio? Lance è pronto!”: Romelle insistette, fermandosi in mezzo al corridoio e alzando il tono della voce.

“Lance? Il tipo che ti ha messo in pericolo tante volte quanti i pesci nei mari? No, non ci penso proprio!”: scosse la testa violentemente.

“Fidati di me! Lance è cambiato, è cresciuto!”: continuò, agitando le braccia:” Mi dispiace fratello mio, ma mi fido più di Lance che di uno sconosciuto che dice di essere l’unico sopravvissuto all’attacco!”

“Lo so… ti capisco, sorella mia…”: l’espressione di Bandor si addolcì quando lui le mise una mano sulla spalla:” Apprezzo che ti preoccupi per me e Atlantide, ma so quello che faccio…”

Lei annuì, lasciandosi sfuggire delle lacrime salate che si mischiarono con l’acqua marina. Il misterioso messaggero e salvatore, era arrivato ad Atlantide con uno strano sottomarino blu e viola; parlava di pace e fiducia ma non fece mai vedere né il volto né fece conoscere il nome. Diceva di essere l’unico sopravvissuto e che avrebbe accolto Atlantide sotto la sua protezione e suo fratello credeva ciecamente in lui, descrivendolo come un salvatore mandato dagli dei.

“Mi fido…”: annuì, ma prima di asciugarsi le lacrime, un forte colpo li spinse entrambi contro una parete. Attraverso la spaccatura del muro, dove proveniva il colpo, si vedeva quello stesso sottomarino viola e blu, i cannoni a plasma puntati su di loro, mentre all’orizzonte, gli stessi atlantidei loro sudditi, si scagliavano con armi improvvisate o rubate, insieme a delfini, squali o balene.

“Che succede?”: esclamò Romelle, mentre si alzava in piedi, vedendo tutte le guardie e i soldati combattere verso essi, le armi sguainate e sguardi determinati. Stavano combattendo contro loro stessi? Pietrificata dalla paura e dalla confusione, vide la navicella posizionarsi davanti a loro e modificare la rotta dei cannoni a plasma per un tiro migliore e preciso.

“Romelle, forza!”: esclamò Bandor, trascinando la sorella via in cerca di un nascondiglio, coprendosi la testa con le braccia e le mani, cercando in tutti i modi di calmarsi per non scoppiare a piangere. Gli spari non cessavano, rompendo le pareti e sfiorandoli per miracolo mentre nuotavano via. Un colpo molto vicino li fece entrambi cadere nuovamente, la donna riprese conoscenza in un attimo e vedendo il corpo immobile e debole del fratellino circondato dal sangue galleggiante, si precipitò subito a soccorrerlo. Si accorse troppo tardi che aveva un cannone proprio puntato su di lei e quando sentì lo sparo, chiuse gli occhi aspettandosi di trovare la morte, e invece sentì una spinta decisa e veloce. La bionda aprì timidamente e spaventata gli occhi, vedendo l’uomo castano dalla pelle abbronzata e gli occhi azzurri trascinarla via il più velocemente possibile.

“Lance!”: pianse quasi dalla felicità, abbracciandolo il più possibile, notando che nell’altro braccio teneva il re. Solo quando si nascosero dietro una foresta di alghe e coralli i colpi cessarono, vedendo lo strano sottomarino ritornare velocemente in superficie.

“Bandor!”: Romelle pianse, prendendo il fratello tra le braccia e notando l’enorme e brutta ferita al fianco, incurabile in quelle condizioni. Morì tra le sue braccia, le sue ultime parole qualcosa che lei non voleva mai sentire, non dopo la loro ultima conversazione.

“Mi dispiace”: Lance sussurrò, abbracciandola da dietro nel tentativo di confortarla. Lei si girò immediatamente, stringendolo forte e scoppiando in un forte pianto.

“Gli altri… loro…”

“Tutti morti… Persino mio padre…”: disse con un triste sospiro, notando il sangue che galleggiava fino alla superficie.

“Mi dispiace…”: lei rispose, asciugandosi le lacrime:” Ma ti devo ringraziare… per avermi salvato la vita…”

“E’ sempre stato il mio dovere…”: ammise, tossendo leggermente:” Cosa faremo ora? Seguiamo il bastardo?”

Romelle annuì, stringendo i pugni e superandolo, dirigendosi verso il castello quasi distrutto.

“Devo prendere una cosa prima”

--------------

Gotham, anno 2134

Come tutti si erano aspettati, il viaggio dalla vecchia banca a villa Wayne è stato silenzioso e soffocante, se non fosse stato per la commuovente storia di Romelle. L’aria all’interno del van era diventata pesante, molto probabilmente le troppe persone facevano mancare l’ossigeno.

“Mi dispiace per Atlantide e i vostri famigliari…”: Matt, che nel mentre si era tolto la maschera fastidiosa, parlò per primo, interrompendo quel silenzio assordante.

“Grazie… tu sei gentile…”: Romelle sorrise dolcemente:” Non il tuo amico che sta guidando… E’ antipatico e cattivo…”

Keith alzò gli occhi cielo, appoggiando la testa sul volante, esausto, mentre entrava nel giardino della villa. Una nuvola di pioggia minacciava sopra la casa imponente, mentre si udiva qualche fulmine all’orizzonte. Lance amava la pioggia, ma in quel momento sentiva un senso di disagio e paura… una sensazione di qualcosa di sbagliato che doveva ancora verificarsi.

Keith era stato in silenzio per tutto il viaggio, scendendo dal van senza dire una parola ed entrando nervoso nella villa, dirigendosi da Takashi  senza fermarsi o controllare se gli altri lo stavano seguendo.

“Davvero fai squadra con lui?”: sussurrò Lance, mentre aumentava il passo per non essere lasciato indietro, il tono infastidito.

“Sembra una barzelletta, ma lo conosco da stamattina…”: rispose Matt, anche lui sussurrando, quando entrarono nell’ascensore tutti insieme, stringendosi:” E mi ha salvato”

Lance sbuffò, non credendo alle sue ultime parole, ma non fece neanche in tempo a protestare che l’ascensore si bloccò e le porte si spalancarono, rivelando un’immensa caverna tecnologica.

“Non avrei mai immaginato che un giorno sarei potuta entrare nella batcaverna!”: esclamò Romelle, la bocca aperta dallo stupore e dalla meraviglia. Le emozioni di rimpianto e angoscia che aveva provato mentre raccontava sembravano essere nuovamente spazzate via dalla sua passione e a volte ossessione verso il mondo in superficie. Aveva sempre ammirato gli umani, ed essendo una delle poche atlatnidee che poteva respirare anche l’aria, migliore amica dell’unico mezzosangue che non sia Acquaman .

“Benvenuti”: Takashi li accolse con il solito aspetto elegante, ma il tono autoritario tanto quanto gentile che solo lui poteva avere, un sorriso dolce sul volto:” E’ bello avere degli atlantidei rimasti dalla nostra parte. Sono Takashi, il vecchio supereroe Shiro”

Entrambi gli strinsero la mano, ricambiando cordialmente e il saluto e il sorriso. Ovviamente avevano sentito parlare di Shiro, anni fa per settimane non si era smesso di sentire notizie del suo ritiro, soprattutto correlato all’attentato di Sendak a Gotham 3 anni or sono. Era quasi un enorme deja-vu per loro, solo che all’epoca Atlantide non era stata sicuramente presa di mira e si sapeva chi fosse il nemico. Stavolta non sapevano niente, nemmeno come fermarlo, e tutto il mondo era in pericolo, forse anche l’intero universo conosciuto.

“Bene, ma al momento abbiamo cose più urgenti di cui discutere”: interruppe il momento Keith, brontolando e appoggiandosi alla postazione piena di schermi, una piccola spia accesa della difesa della villa si illuminava senza che nessuno ci facesse caso.

“Keith ha ragione, a quanto pare voi conoscete la persona che ha attaccato Gotham…”: l’uomo annuì, rimanendo fermo sul posto e composto come un leader capace.

“In realtà no. E’ venuto da noi, ci ha manipolati, ma non ci ha mai rivelato né il suo nome, né le sue intenzioni…”: spiegò la principessa, l’espressione che tramutava in una più triste. Non poteva dire loro che per un momento, anche solo un secondo, si era veramente fidata di quel mostro, ma le cose avevano iniziato a non quadrare ed era tutto troppo sospetto…

“Ha fatto qualcosa a tutti, ognuno una storia diversa ma allo stesso scopo, attaccare la famiglia reale…”: continuò Lance, vantandosi poi con un’aria fiera:” E io poi ho salvato la bellissima Romelle, principessa di Atlantide grazie alla mia maestosa velocità e determinazione!” Guardò Keith con un sorriso storto, mentre l’altro alzava gli occhi al cielo e Matt ridacchiava.

“Beh, è un bel problema. Come possiamo battere qualcuno di cui non sappiamo neanche il nome o la faccia?”: ragionò ad alta voce, toccandosi il mento e guardando per un momento il pavimento, ignorando le risatine di Matt mentre Keith e Lance litigavano e il ticchettio degli stivali eleganti di Romelle sul pavimento liscio e rumoroso. Possibile che non ci fosse nessuno a sapere di costui??

“Io posso aiutarvi”: una voce femminile sconosciuta parlò, rimbombando nelle pareti della batcaverna, una figura sbucava da un angolo. Tutti erano rimasti a bocca aperta, completamente immobili e increduli. La donna in questione, dotata di una bellezza sovrannaturale, camminava lentamente con postura e regalità fino a raggiungerli. Non sembrava pericolosa, anche se chissà come era entrata sotto gli occhi di tutti nella villa, senza nessun rumore o qualcosa che indicasse che era lì da quando.

“Momento! Momento! Momento!”: Lance esclamò, il volto completamente rosso quando un crostaceo, così diverso dalla solita carnagione abbronzata:” E lei chi è? Sto sognando o sono morto? Solo un angelo può essere così!”

La donna di colore lo ignorò momentaneamente:” Sono la principessa Allura di Altea, sono venuta qui per aiutarvi. Io conosco molto bene Lotor.”

“Lotor?”: Matt alzò un sopracciglio, avvicinandosi interessato:” Beh, almeno abbiamo un nome adesso”

“Anche il tuo pianeta è stato attaccato da lui”: chiese Keith, incrociando le braccia al petto:” Anzi, come puoi conoscerlo molto bene?”

“E’ una storia molto lunga…”: ammise lei, un sorriso regale sul volto:” Ma ora non è il momento di raccontarla… Il vostro pianeta e la vostra città sono in pericolo. Voi, soprattutto siete in pericolo. Avete bisogno del meglio di voi per poterlo battere.”

“Come scusa? Come fai a dirlo?”: Keith si sentì leggermente offeso da quello che lei ha detto, alzando un sopracciglio infastidito.

“Vi ho osservato. Siete distratti, emotivi e soprattutto divisi. Nessuno di voi può batterlo, ma insieme potete avere una possibilità”: spiegò determinata:” Lotor è forte, intelligente, manipola, combatte, uccide senza pietà, e sarà sempre un passo avanti a voi.”

“Adoro le stalker…”: Lance sognò, mille cuoricini che danzavano sopra la sua testa e sui suoi occhi. Si era sempre ritenuto un rubacuori, e ad Atlantide aveva acquisito una certa popolarità tra le ragazze, non solo per la sua immensa bravura a letto che si autoproclamava, ma semplicemente per il fatto di essere l’unico figlio, anche se mezzosangue, di quello che era l’ufficiale più alto.

“Era un discorso di incoraggiamento?”: Matt disse, la sua aria leggermente spaventata, e quando tutti lo guardarono alzò le braccia al cielo:” Chiedo, perché mi ha traumatizzato!”

Allura sospirò. Certo, quel gruppo era ancora agli inizi e non era molto, tuttavia era l’unica cosa a sua disposizione e doveva usufruirne. Sapeva benissimo di non poter battere Lotor da sola, né per intelletto né per capacità fisiche, tuttavia l’oscura verità era che dentro di lei si celava la paura di non riuscire veramente a scontrarsi con lui. Dopotutto erano cresciuti insieme; il solo minimo pensiero di dover lottare, rinchiuderlo o addirittura ucciderlo nel caso più estremo, la faceva stare male. Il suo tradimento era già stato un oltraggio che l’aveva demoralizzata, imprigionata nella sua astronave tra esami di coscienza e vortici di voci nella sua testa. Il flashback era troppo forte per fermarlo quando vide la sua immagine rannicchiata sotto le coperte come una bambina indifesa, singhiozzando e facendo fatica a respirare, il cuore a pezzi.

“Cosa pensi dobbiamo fare allora?”: la calma voce di Takashi la riportò fortunatamente alla realtà, rompendo quella bolla che si era formata momentaneamente. Riflettè un po’, valutando le diverse opzioni e le capacità della squadra che finora era riuscita a scovare. Da quello che aveva dedotto il vero leader era Takashi, che amministrava tutto da lontano, mentre il leader alternativo era quello orgoglioso con la triglia nera. Quello con il costume verde era un vero e proprio dilettante in missione, ma sentiva che le sue capacità logiche erano al di sopra della media. Sprecate, ha pensato, in quella posizione d’attacco. E poi c’erano gli atlantidei… La ragazza bionda sembrava impaurita, eppure nei suoi occhi poteva anche leggere una certa determinazione che pochi avevano, e il tipo dai capelli castani, che non aveva fatto altro che fissarla per tutto il tempo, sembrava testardo e anche un po’ imbranato, ma nella sua aurea sentiva delle grandi capacità…

Prima che potesse rispondere, si udì una forte vibrazione, come se tutta la caverna stesse crollando sopra le loro teste. Pian piano il soffitto diventava sempre più instabile, così come i detriti che cadevano erano sempre più grosse, pian piano tutti che perdevano coscienza, mentre Matt si affrettava alla console, toccandola, per poi sprofondare nel buio.

------

Qualche minuto prima

Tre figure erano sul tetto dell’enorme villa, lampi e nuvole minacciosa all’orizzonte. Due di loro, quella più robusta e quella più alta, avevano sulla spalla un’enorme sacca di esplosivi mentre l’altra teneva tra le mani aveva delle mappe olografiche dell’abitazione proiettate dall’aggeggio sul polso.

“Dobbiamo muoverci o questa tempestaci farà esplodere gli esplosivi addosso!”: brontolò la prima, lasciando cadere i pesanti sacchi sul tetto, sentendosi finalmente la schiena libera e leggera. Iniziò a scrocchiarsela con piacere mentre la seconda faceva lo stesso.

“Zitte, la principessa e i nemici sono entrati. Non hanno ancora avvertito la nostra presenza”: rispose la terza, fin troppo calma per la situazione:” Non appena la principessa uscirà allo scoperto posizioneremo gli esplosivi e scapperemo, chiaro?”

“Non sei la nostra leader, Acxa…”: la seconda si lamentò, togliendosi il casco protettivo e rivelando la pelle rosa con segni viola e bianchi, la coda lunga che cadeva fino alle caviglie:” Lotor ci ha ripetuto bene il piano, sappiamo cosa succede…”

La frase si interruppe a metà, ma non c’era bisogno che continuasse. Tutte sapevano bene quello che intendeva…

“Io dico di attaccare e basta, così Lotor riconoscerà il nostro valore!”: esclamò la prima impulsivamente.

“Lo fa già, per questo siamo qui, Zethrid.”: la rimproverò Acxa, guardando nuovamente lo schermo.

“Ma non è lui ad avere dell’esplosivo in mano…”: fece notare la seconda: ”Avete almeno visto quello che ha fatto?”

Venne ignorata dalla terza, quindi quando si avvicinò a Zethrid gli disse i suoi sospetti. Fin ora aveva obbedito a Lotor con orgoglio, ma non appena aveva visto la brutalità, e l’indifferenza con la quale aveva tolto la vita a una loro più cara amica, alcuni sospetti erano ritornati alla mente. Forse per lui erano solo dei piccoli soldatini, altrimenti sarebbe stato al loro fianco in quell’importante missione. Tuttavia Allura era con loro, Allura era con il nemico, e il semplice ordine di piazzare delle bombe letali non quadrava.

Allura e Lotor non erano mai stati nemici e non avevano mai avuto combattimenti o disguidi, tutto era semplicemente così… strano.

“Non mi fido…”: ammise in un sussurro, sedendosi sullo scomodo tetto:” Non ha senso…”

“Non credi più in Lotor, Ezor?”: chese Zethrid, guardandola dall’alto.

“Non capisco il suo piano, dobbiamo davvero uccidere Allura?”: i suoi occhi erano confusi e indecisi. Il suo compito era solo eseguire gli ordini di Lotor, ma allo stesso tempo uccidere la principessa avrebbe causato un enorme tradimento verso Altea.

“I suoi ordini sono quelli”: ribattè, guardando nuovamente il cielo mentre qualche leggera goccia minacciava di cadere.

“E Narti? Lui dice di volerci aiutare ma a membra di essere più un burattino…”: avvicinò le ginocchia al petto e si rannicchiò il più comodamente possibile:” A volte penso che qualcosa non quadra… Amo torturare la gente, ma fino a un certo punto! Esattamente cosa ci hanno fatto di male i terrestri? Perché siamo qui a galassie e anni luce di distanza da Altea quando questa viene attaccata da altri pianeti?”

“Non lo so, ma Lotor sa quello che sta facendo”: sospirò Zethrid e Ezor si rimise in piedi e composta quando Acxa iniziò a parlare.

“E’ il momento.”: disse fermamente:” Voi due iniziate da quella parte, è la più importante”

Le due obbedirono, dividendosi e spartendosi i carichi di esplosivo e bombe: in quei tre sacchi erano divisi almeno 34 kg di bombe e dinamite ciascuno, se le avessero piazzate e suddivise bene, nessuno sarebbe sopravvissuto. Ezor si fermò un attimo a pensare e poi, dopo un po’, mise alcuni esplosivi sparsi casualmente e il resto li lasciò nella sacca.

“Ezor, ma che fai?”: chiese Zethrid, finalmente notandola.

“Il mio lavoro. Lotor ha detto di bombardare la villa, ma non ha specificato di uccidere la principessa. Quindi non lo faremo”: rispose, gettando il sacco davanti alla villa in un punto a caso.

“Ma gli altri sono con lei, si salveranno”: fece notare.

“Gli altri non sono alteani. Non posso guarire come la principessa Allura”: rispose. L’aliena sospirò, annuendo.

“Acxa, abbiamo finito…”: disse, ma poco prima che finisse la frase, un enorme fulmine colpì il tetto della casa, facendo esplodere le bombe.


Tags :
1 year ago

What if?

I was rewatching the first episode of Voltron: Legendary defender when Allura spoke about the lions abilities and who was gonna pilot them.

She said that the red lion is temperamental and the most difficult to master, it's faster and more agile than the others, but also more unstable. In the Italian dub, Allura say the adjective "vulnerabile" wich means "vulnerable". Since I'm Italian and I watch Voltron for the most part in Italian, and idea came in my mind.

We all know that before Keith the paladin of the red lion was Allura's father, King Alfor, and how did he died? Killed by his best friend and his trusted leader. In fact, as we see in the flashback, the red lion is the first to connect with his paladin, and Alfor didn't no anything.

So my theory is that the red lion want her paladin's trust before let the paladin piloting her because of what happened to Alfor...

What If?

Tags :