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Ritrovamenti

Ritrovamenti
Sbriciolati
Restano nel Caos primordiale della memoria
Pulviscolo di emozioni
Disincantati pensieri fluttuanti
Riaffiorano timidamente
Come piccoli organismi acquatici
Respirano appena in superficie
Per poi tornare nei fondali
Dove esiste
Una meravigliosa e invisibile
Atlantide sommersa.
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In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti

E adesso provaci
23 dicembre
Non sono quasi mai riuscita a dare un senso profondo alle festività natalizie.
È successo una sola volta, secoli fa, quando insieme alla compagnia teatrale amatoriale "Il teatro del Penduto", trascorsi la serata dell' antivigilia insieme ai pochi ricoverati dell' ex manicomio di Collegno. Persone senza una casa, ma soprattutto senza una famiglia disposta a non permettere l'umiliazione di un abbandono, la sofferenza della solitudine, il futuro senza spiragli di luce.
Li allietammo suonando, io con la tastiera di Roberto e lui con la chitarra. Roberto cantava, il resto della compagnia invitava gli ospiti a danzare il valzer. Passi strascicati e lenti, timidi sorrisi e occhi lucidi. Qualcuno seduto raccontava la propria vita, qualcuno perfettamente sano di mente era entrato in quel posto per curare una semplice depressione e non ne era più uscito.
Mille storie diverse, ognuna uno spaccato di vita vera. Alla fine lo spumante e il brindisi.
Ripenso ogni anno a quel 23 dicembre, ripenso alla gioia che avevo provato vedendo gli ospiti felici. E ora ripenso a Roberto che non c' è più, o meglio, grazie a un carissimo Amico ho scoperto il giardino in cui si trova.
Si chiama "Il roseto" , forse perché in primavera si riempie di rose, forse.


Il trillo dell' usignolo