Cesare Pavese - Tumblr Posts
Le febbri luminose
Ci sfugggono quei gesti allucinati che abbiam veduto in febbre nella notte. tutto ciò ch’è più semplice più volgare e meschino nella vita, s’accende ai nostri sguardi e lo vediamo muoversi nell’atmosfera rossa di quel cielo, scosso sempre di brividi che ci paiono immensi, anima mia, e son soltanto il male che ti deforma e strazia. Nulla più della vita noi sappiamo accettare se non quella finzione. Tutto ci è buio e debolezza vile. Questo corpo persino noi lo vediamo odioso vivere acceso in gesti esasperanti, come gli schiavi umani son vissuti di di rabbia e sferzate. E abbiamo dentro di noi come un abisso segreto, un gorgo di luce e tenebre, che sconvolte di male solo anelano di raggiungere un giorno la grande calma forte di quei fulgori rossi.
"Paesaggio VII"
Basta un poco di giorno negli occhi chiari come il fondo di un'acqua, e la invade l'ira, la scabrezza del fondo che il sole riga. Il mattino che torna e la trova viva, non è dolce nè buono: la guarda immoto tra le case di pietra, che chiude il cielo. Esce il piccolo corpo tra l'ombra e il sole come un lento animale, guardandosi intorno, non vedendo null'altro se non colori. Le ombre vaghe che vestono la strada e il corpo le incupiscono gli occhi, socchiusi appena come un'acqua, e nell'acqua traspare un'ombra. I colori riflettono il cielo calmo. Anche il passo che calca i ciottoli lento sembra calchi le cose, pari al sorriso che le ignora e le scorre come acqua chiara. Dentro l'acqua trascorrono minacce vaghe. Ogni cosa nel giorno s'increspa al pensiero che la strada sia vuota, se non per lei.
ROSE GIALLE IN UNA COPPA NERA
Oh nulla nella vita c’è che valga Mi strugge l’anima perdutamente Dopo essermi scoraggiato di ogni cima piú alta, Al lento vacillare stanco Sul fianco di una collina I tuoi capelli biondi Ti son caduto accanto. Le tue mani pallide Tu sei per me una creatura triste, Ti amo, bambina, Ho tentato baciarti e tu mi hai morso, La rosa che mi hai data è tanto triste, Penso, bambina, quando accanto a te Sono solo, appoggiato nella nebbia Profumi | Sovente mi fermo davanti alle vetrine Oh ballerine dalle coscie nude Sono andato una sera di dicembre Oh Chioma d’oro, bella ballerina, Senza una donna da serrarmi al cuore! Andare per le vie solitario Mi atterrisce il pensiero che io pure.....

..veniva così il momento di lasciarsi, che già da un pezzo erano come sole..
La fatica è sedersi senza farsi notare. Tutto il resto poi viene da sé. Tre sorsate e ritorna la voglia di pensarci da solo. Si spalanca uno sfondo di lontani ronzii, ogni cosa si sperde, e diventa un miracolo esser nato e guardare il bicchiere. Il lavoro (l’uomo solo non può non pensare al lavoro) ridiventa l’antico destino che è bello soffrire per poterci pensare. Poi gli occhi si fissano a mezz’aria, dolenti, come fossero ciechi. […]
Incipit della poesia Il vino triste; Cesare Pavese.
tu invece mi aspettavi e con te la mia vita come era sempre stata, senza rimedio, senza fine, una vita sull’argine del fiume, non so come dirti… Incominciavo persino ad immaginarmi che un giorno o l’altro ti avrei trovato nella mia vita, tanto da tener conto della tua presenza, come di quelle cose di cui si tiene conto inavvertitamente: dove sei nata, quando, che lingua parli, il colore dei tuoi occhi, tutte le cose che sei, inevitabilmente.
da una lettera di Bianca Garrufi a Cesare Pavese, Roma, 21 ottobre 1945
Alzavo le spalle ma bevevo le voci.
Cesare Pavese - La casa in collina (1948)