Giorgio Manganelli - Tumblr Posts
Scrivi, scrivi; se soffri, adopera il tuo dolore: prendilo in mano, toccalo, maneggialo come un mattone, un martello, un chiodo, una corda, una lama; un utensile, insomma. Se sei pazzo, come certamente sei, usa la tua pazzia: i fantasmi che affollano la tua strada usali come piume per farne materassi; o come lenzuoli pregiati per notti d’amore; o come bandiere di sterminati reggimenti di bersaglieri.
II
Usa le allucinazioni: un ectoplasma serve ad illuminare un cerchio del tavolo di legno quanto basta per scrivere una cosa egregia – usa le elettriche fulgurazioni di una mente malata cuoci il tuo cibo sul fuoco del tuo cuore insaporiscilo della tua anima piagata l’insalata, il tuo vino rosso come sangue, o bianco come la linfa d’una pianta tagliata e moribonda.
III
Usa la tua morte: la gentilezza grafica gotica dei tuoi vermi, le pause elette del nulla che scandiscono le tue parole rantolanti e cerimoniose; usa il sudario, usa i candelabri, e delle litanie puoi fare un bordone alla melodia – improbabile – delle sfere.
IV
Usa il tuo inferno totale: scalda i moncherini del tuo nulla; gela i tuoi ardori genitali; con l’unghia scrivi sul tuo nulla: a capo. (Giorgio Manganelli)
Abbiamo tutta una vita
da non vivere insieme.
Sugli scaffali di Dio
s’impolverano i gesti possibili:
le mosche cherubiche insozzano
le nostre carezze;
stanno appollaiati come gufi
i sentimenti impagliati.
“Merce inesitata” – griderà l’angelo d’ottone –
dieci casse di vite, di possibili.
E avremo anche una morte da morire:
una morte casuale, innecessaria,
distratta, senza te. (Giorgio Manganelli)