Romelle Vld - Tumblr Posts

1 year ago

Ok so... I wake up this morning with a crazy idea.

I was wondering about a fic when all the Voltron team are youtubers and they're youtubers name are like the originals paladins names. Maybe Keith is Zarkon, Lance is Alfor, Hunk is Gyrgan, Allura is Meleanor (idk parallels and the ship), Matt is Trygel, Romelle is Blayts (?) and Pidge is Honerva?????? And when they play minecraft the story is like the original paladin ones?????? PARALLELS, PARALLELS EVERYWHERE

Should I write a fic like this?


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1 year ago

Kidge headcanon n.5 (little angst)

When the team returned on Earth after they won against Sendak, they decided to celebrate womens day since Allura, Romelle and Shay never celebrated one. So Shiro, Lance and Hunk went to the girls with a big bouquet of mimosas. So Allura though that "every gentleman gives to a lady a bouquet on this day" since Lance explained her what was womens day.

She got really mad with Keith, cause from him she didn't recieved any flower. But the real reason was that he was busy to buy the biggest bouquet ever for Pidge, the only one to which none has given anything....


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1 year ago

Team Voltron Heroes Capitolo 3: Lance e Romelle

Gotham, anno 2134

Non appena uscirono dall’ascensore, Matt si guardò intorno vedendo le pareti bianche, oro e viola che ricoprivano la batcaverna, un enorme schermo con computer da una parte, un largo spazio di allentamento con costumi armi e mezzi di trasporto. I suoi occhi balzavano da un lato a un altro della caverna, studiando ogni minimo dettaglio di quanto quella tecnologia fosse magnifica e all’avanguardia persino per lui.

Durante il corto viaggio nell’ascensore aveva curato anche la gamba di Keith, tuttavia ha anche scoperto che “riparare” le persone era per lui molto più stancante che riparare computer, per cui si era promesso di evitarlo a meno che non fosse strettamente necessario. Inoltre era lo stesso un dilettante, senza esperienza tantomeno capacità di combattimento anche se anni fa aveva bruciato un intero laboratorio, per cui Takashi e, con molti sospiri, Keith avevano deciso di lasciarlo momentaneamente in ultima fila. I due uomini avevano entrambi capito che Matt Holt era un genio col sangue freddo che imparava in fretta e che sicuramente si sarebbe adattato alla situazione.

“Matt, vieni, non abbiamo molto tempo”: la voce autoritaria di Keith, che suonava sempre stranamente intimidatoria, fece risvegliare il giovane Holt dalla sua marea di meraviglia con cui studiava ogni particolare. Si ricompose, annuendo e seguendoli verso una parete con uno schermo. Il supereroe iniziò a digitare qualcosa che sembrava una tuta, mentre Takashi si spostò verso una scrivania con computer tecnologici che inquadravano la grande astronave che tre giorni fa aveva distrutto gran parte di Gotham, in altri delle piante della città. Si diresse verso quest’ultimo, guardando attentamente ogni schermo.

“Io non vedo nessun pericolo”: fece notare, indicando l’astronave ferma e la città sembrava piuttosto calma e non c’era nessun segnale di pericolo. Certo, erano passati solo tre giorni dall’attentato, ma molti criminali come quel Sendak che sentiva sempre in giro avrebbe potuto approfittare del caos e del panico per fare qualcosa, o forse era proprio a causa del caos e del panico che la gente era più prudente e sospettosa. Dopotutto le persone erano imprevedibili, per questo Matt preferiva i computers.

“Esattamente. quando prima stavo guardando fuori dalla finestra ho visto fumo spuntare dall’astronave, ma in questo momento è ferma come se nulla fosse successo…”: esaminò, indicando punti negli schermi e riflettendo.

“Il nemico ha cambiato idea?”: alzò un sopracciglio.

“La mia esperienza mi dice che è quello che vogliano pensiamo. Sta progettando qualcosa…”: mormorò, accarezzandosi il mento con il pollice:” Eppure non riesco a vedere niente di anomalo…”

“Un secondo”: disse Matt, facendo alzare l’uomo e sedendosi al suo posto, digitando qualcosa sulla tastiera, toccando poi lo schermo e chiudendo gli occhi. I palmi iniziarono a illuminarsi nuovamente di quel colore verde chiaro, mentre per la prima volta sentiva impulsi di elettricità in tutto il corpo, messaggi captati in codici come se fosse diventato un tutt’uno con il computer. Mentre gli occhi erano chiusi, chissà come poteva vedere attraverso tutte le telecamere della città e percepire ogni tipo di tecnologia fino alla periferia di Gotham, da computer e televisioni nelle case a una piccola navicella parcheggiata proprio sul retro della vecchia banca. Aspetta, cosa?

Aprì nuovamente gli occhi, quasi con il fiatone e il sudore faceva appiccicare la frangetta alla fronte.

“Matt? Stai bene?”: chiese Takashi, appoggiando la mano robotica sulla sua spalla, mentre l’altro annuiva.

“Ho trovato qualcosa sul retro della vecchia banca”: tossì, cercando qualche telecamera che inquadrasse il vicolo proprio dietro al vecchio edificio. Lo sguardo dell’uomo giapponese divenne leggermente cupo, mentre si guardava la protesi, i ricordi che riaffioravano nella sua mente. Dall’altra parte della stanza Keith grugnì, e Matt capì che quel posto era sinonimo di brutti ricordi e per settimane l’incidente era su tutti i giornali.

“Il vecchio covo di Sendak”: brontolò Keith, sbuffando e stringendo i denti:” Pensate sia opera sua?”

“No, la tecnologia di Sendak non è così avanzata…”: rispose Takashi:” Anche se si è arricchito spacciando non avrebbe mai potuto costruire un’astronave così avanzata sotto i nostri occhi…”

“Che mi dici del Trygel? E’ da anni che Sendak cerca di contattare quel laboratorio segreto…”: ragionò, continuando a concentrarsi anche sullo schermo davanti a lui, digitando e modificando.

“Negativo, Trygel è stato distrutto quattro anni fa”: Matt si immischiò nella conversazione tra i due, che lo guardavano stupiti.

“Distrutto?”: Takashi alzò un sopracciglio:” Come... Come fai a saperlo?”

“Hanno scoperto che la base Trygel si trovava in Ohio, è stata distrutta da un loro esperimento scientifico”: spiegò:” Anche se non ne hanno parlato molto sui giornali…”

I due uomini lo guardarono annuendo, Keith si rigirò perfino verso lo schermo, troppo impegnato a pensare. Dopotutto Matt non aveva mentito, ma non poteva neanche dire di essere stato troppo onesto con loro; in fondo quello era il suo segreto, e non era ancora pronto a confessarsi.

“Qualunque cosa sia successa, è tutto troppo strano…”: Takashi interruppe il profondo silenzio, alzandosi dalla sedia e camminando lentamente per un po’. Si fermò, girandosi verso gli altri due:” Conviene comunque controllare. Non sappiamo chi sia il nostro nemico o cosa vuole. Sappiamo troppo poco.”

Matt annuì, alzandosi anche lui, sobbalzando dallo spavento quando la parete davanti a Keith si divise, facendo uscire della nebbiolina e un brillante costume da supereroe su un manichino nero. L’armatura del busto marrone, il lungo mantello grigio e i larghi pantaloni neri risaltavano con la maschera e la cintura verde brillante, rendendo la tuta elegante quanto misteriosa e affascinante. I numerosi particolari verdi e oro sulle spalle davano un grande senso di potenza e lucentezza così come i piccoli e fini dettagli bianchi.

“Ti manca solo un nome”: Keith ridacchiò quando spostò lo sguardo su di lui, il corpo fermo nella stessa posizione. In cambio ricevette un sorriso d’intesa.

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Lance stava camminando goffamente, alzando ogni volta gli occhi al cielo mentre Romelle correva in giro, affascinata anche dalle piccole e fastidiose crepe sul cemento. Lo spiacevole incontro con Keith lo aveva alterato, rendendolo nervoso e stressato. La missione che avevano era già difficile senza il suo “aiuto”, senza contare che gli eventi precedenti lo avevano reso emotivo e instabile e la rabbia era un’emozione che non voleva avere. Romelle, d’altra parte, da atlatidea purosangue, non aveva mai visto il mondo in superficie e ogni minimo dettaglio per lei era quasi una vera e propria arte; tuttavia lui non sapeva come faceva a essere così agitata e piena di forze dopo tutto quello che era successo ad Atlantide.

“Romelle! Per l’ultima volta, stai ferma un attimo!”: esclamò nuovamente con un tono stanco quando ricevette un’altra occhiataccia infastidita dai passanti che camminavano lentamente. La donna si limitò a fare la linguaccia, chinandosi davanti alla vetrina di una pasticceria e osservando i dolci esposti dall’aspetto delizioso.

“Come farò a fare colpo sulle ragazze se sembra vado in giro con una pazza?”: riflettè ad alta voce.

“Perché non provi a prendere a una bella ragazza una di queste torte buonissime?”: consigliò, indicando una cheesecake con delle fragole.

“Non ti comprerò una torta, Romelle”: sorrise leggermente divertito alzando un sopracciglio mentre lei faceva il broncio.

“Però ne avremo bisogno… Ho fame e abbiamo nuotato da Atlantide fino a qui!”: fece notare, accarezzando il vetro come se, per qualche fantasiosa magia, quella torta lo avrebbe attraversato volando fino a loro.

“E con quali soldi?”

“Il tipo lì dentro sembra gentile, magari ce la regala!”:

Lance si fermò a osservare il grande uomo robusto e sorridente in cassa mentre dava a una cliente giocane e piuttosto bella un sacchetto giallo. In effetti, se non fosse per il fisico, sembrava una persona perfettamente loquace e gentile, ma per una torta non ne valeva la pena. Tuttavia non poteva neanche ignorare lo stomaco brontolante e gli occhietti di Romelle che si erano allargati per convincerlo. Stava per parlare quando sentì delle urla e lo scoppio di un motore.

Entrambi si girarono nel momento in cui davanti a loro sfrecciò una macchina grigia, viola e con delle rifiniture verdi a tutta velocità. Bastava poco per riconoscere che non era un mezzo qualunque, ma qualcosa di più tecnologicamente avanzato e famigliare. Romelle si alzò silenziosamente accanto a lui, lo sguardo fisso e determinato e a volte a Lance faceva paura vedere come velocemente la sua personalità passava da bambina piccola a un soldato capace e fiero.

“Trovato”: sorrise, correndo dietro all’auto per le vie della città. Il misterioso guidatore dev’essersi accorto di loro, cambiando strada continuamente e girando per diversi isolati e quartieri senza fermarsi, tuttavia riuscirono lo stesso a raggiungerlo e a vederlo parcheggiare nel vicolo di un vecchio edificio abbandonato nel centro.

I due si nascosero dietro un angolo, osservando l’uomo uscire dall’auto con un’armatura abbinata e un casco con una visiera nera che impediva la visione del viso. Con un semplice tocco su un telecomando l’auto diventò invisibile.

“Affascinante!”: sussurrò Romelle, gli occhi pieni di stelle dalla meraviglia:” La possiamo rubare?”

“Concentrati, Romelle!”: disse Lance, sbirciando dal nascondiglio e guardandosi intorno se non c’erano uomini armati o altro. Il grattacielo alto in vetro ricoperto di impalcature e qualche finestra rotta sembrava un posto disabitato e inutile come nascondiglio quanto perfetto. La donna si inginocchiò per terra, prendendo dalla borsa un completo elastico ma molto resistente. E quando lui lo vide, sentì nuovamente gli occhi lucidi.

“Il completo di mio padre?”: chiese, quasi non credendo a quello che aveva davanti quando lei glielo perse tra le mani annuendo.

“Mantieni la promessa e rendilo fiero”: ordinò, ma il suo tono sembrava più un invito o un promemoria, e Lance non poteva farselo ripetere due volte. Annuì, abbracciandola forte mentre guardava la tuta con fierezza. Avrebbe rispettato la promessa, avrebbe reso fiero suo padre e tutti coloro che credevano in lui, e avrebbe anche dato calci in culo a quelli che invece gli avevano tolto tutto. Con uno sguardo d’intesa si nascose dietro un bidone dell’immondizia per cambiarsi e quando uscì, si sentiva pronto a tutto.

Romelle applaudì silenziosamente con un sorriso caloroso e fiero, tornando alla sua postazione.

“Andiamo?”: chiese, senza vedere nessun passante o altre persone.

“Andiamo”: annuì Lance, entrando silenziosamente dalla porta dove il tizio di prima era sparito e camminando attraverso l’edificio pieno di oggetti o mobili. Entrambi cercarono di essere il più silenziosi possibili, tuttavia ad ogni passo i loro passi echeggiavano e interrompevano il silenzio assordante. Probabilmente la persona che stavano cercando sapeva che erano lì da quando erano entrati, ma l’importante era provarci. Dopotutto per loro non era la prima che si intrufolavano dentro qualche edificio, ma farlo mentre si nuotava era molto più facile. Dopotutto l’unica cosa che dovevano fare era solo imparare, no?

Man mano che salivano per i piani, notarono che le scrivanie e le sedie diventavano sempre di meno, c’erano più fogli sparsi in giro, finchè non arrivarono al sesto piano: completamente vuoto. Le colonne in cemento sporco davano a quel piano un senso di solitudine e vecchiaia, mentre l’odore di muffa e alcol in giro, dei cuscini e una coperta in un angolo e un lungo tavolo in legno rettangolare faceva capire che era usato come covo, inoltre le tubature scoperte e arrugginite, l’acqua che gocciolava da perdite e crepe, sembrava quasi un contrasto con gli altri piani più eleganti e moderni.

Lance e Romelle capirono solo dalle bottiglie mezze vuote sul tavolo e da dei mazzi di banconote che fino a poco prima abitava qualcuno.

“Sono già scappati?”: Romelle alzò un sopracciglio, abbassando la guardia velocemente e passeggiando per la stanza, avvicinandosi al tavolone: ”Siamo sicuri era proprio lui? Non penso che uno che ha progettato un colpo di stato venda farina…”

“Romelle non è farina- Fa niente, lascia stare…”: Lance disse, vedendo la faccia confusa dell’amica quando lei toccò quella strana e soffice polverina bianca. Alzò le spalle raggiungendola, intascandosi le banconote.

“Non è rubare?”: scosse la testa.

“Non volevi rubare anche la torta?”: lui alzò un sopracciglio con un tono canzonatorio e divertito, cercando un posto sulla tuta dove poterle nascondere. Poteva essere bella e comoda, una maglietta bianca a maniche azzurre e una riga oro sulla schiena e sul colletto e pantaloni rossi, ma non aveva tasche e puzzava di acqua di mare. Beh, tecnicamente tutte e due puzzavano di acqua di mare…

“Regalare”: lo corresse con un occhiolino, gesticolando con le mani.

“E la macchina?”: il suo sorriso si allargò, lasciandosi sfuggire una ridata.

“La volevo confiscare”: corresse nuovamente, il tono insicuro e bugiardo come se si stesse arrampicando sui vetri. Lance scosse la testa ridendo, lanciandole le banconote così che le mettesse nella piccola ma spaziosa borsa di tela rosa pallido.

Un rumore metallico li fece entrambi alzare la guardia, Lance con le mani tese mentre si concentrava, facendo tremare le tubature, Romelle si stava tenendo stretta la borsa, gli occhi blu che volavano in tutti i punti della stanza. Quando si girarono, videro un uomo di statura media salire lentamente e con fatica le scale, sorreggendosi con un bastone metallico. Quando arrivò, si chinò sulle ginocchia respirando affannosamente.

“Potevate scegliere un piano più in basso, no?”: disse riprendendo fiato, alzando la testa per guardare entrambi, girandosi nuovamente come se avesse perso qualcosa. Dalla maschera e dal costume sembrava essere un supereroe, anche se dall’aria molto impacciata e goffa; probabilmente come loro era un principiante.

Dall’altro lato della stanza, sentirono un rumore metallico più piccolo, mentre un cilindro viola rotolava sotto i loro piedi e liberava un gas bianco. Flussi di tosse li colpirono, coprendosi la bocca con la mano e piegandosi nel tentativo di non respirare qualsiasi cosa fosse. Il supereroe, nel mentre, era rimasto lì in piedi e stava gesticolando con le dita, come se volesse dire…”no”?

In men che non si dica, silenziosamente, Romelle cadde a terra con un gemito, toccandosi la schiena dolorante mentre davanti a Lance c’era un uomo.

Non si fece prendere alla sprovvista, iniziando a combattere con mosse di difesa che aveva visto o imparato, iniziando con un pugno diretto che venne facilmente fermato. Venne colpito alla mascella quando vide la donna riprendersi e bloccare il braccio prima che scagliasse un altro colpo, ma non si rivelò molto utile quando, subito dopo, venne anch’essa colpita al naso. Stavolta, però, la mano di quell’uomo misterioso vagò dietro la schiena, sfoderando una spada troppo piccola per essere una katana. Gliela avvicinò al collo creando pressione, ma quando la nebbiolina iniziò a diminuire si fermò e spalancò gli occhi.

“Lance?!”: esclamò sorpreso, buttandolo a terra e rifoderando la spada. Lui lo guardò meglio e nonostante l’armatura viola e ingombrante, riconobbe subito chi fosse.

“Keith?!”: esclamò, alzandosi in piedi e togliendosi la polvere dalla tuta:” Che cazzo ci fai qui? Hai rovinato tutto!”

“Rovinato tutto? Ho seguito la macchina della persona che ha distrutto Gotham!”: abbaiò, lo sguardo minaccioso e infastidito:” E tra l’altro potrei chiederti la stessa cosa!”

“Sto cercando il tipo che ha distrutto Atlantide!”: rispose, appoggiando la fronte sulla sua e contrastandolo.

“Davvero?”: alzò un sopracciglio:” Non copiarmi Kogane! Atlantide è stata distrutta da voi atlantidei!”

“Atlantide distrutta?!”: chiese sorpreso l’altro supereroe, rimasto vicino alle scale.

“E’ stato in coma per tre giorni”: spiegò Keith:” Ma non mi hai risposto, perché siete qui? E’ una scena del crimine!”

“Stiamo cercando il tipo che ha distrutto Atlantide”: Lance scandì bene le parole, facendo smorfie e storpiando il viso:” Sai, no? Vedetta… la conosci bene te, Mullet”

L’uomo fece un profondo respiro, cercando di calmarsi per non ucciderli entrambi lì e ora. Dopotutto li avevano visti rubare delle banconote, erano sempre criminali.

“Lascia stare il mio amico!”: Romelle si intromise, alzandosi da terra e raggiungendolo, prendendolo a braccetto:” Sta dicendo la verità!”

“Ah, sì? Beh non mi fido di un bambino che gioca a fare il supereroe con una tutina da pagliaccio”: rispose orgoglioso, guardandolo da cima a fondo.

“Sono la principessa di Altantide”: spiegò lei, prima che Lance potesse prenderlo a morsi per l’inculto clamoroso:” Qualcuno ha incitato il popolo contro mio fratello, il re Bandor e corrotto l’esercito”

“Siete sicuri che è qui a Gotham codesta persona?”: alzò un sopracciglio insospettito:” Anche se non sembri bugiarda…”

“Oh, no! La principessa pazza sta dicendo la verità!”: l’uomo allargò le braccia in alto.

“Sappiamo che dopo aver causato tutto questo il nostro nemico misterioso si è recato a Gotham, abbiamo seguito l’astronave”: rispose lei, mentre Matt li raggiungeva pigramente, zoppicando e aggrappandosi al bastone.

“Ragazzi…”: la voce di Takashi attraverso le comunicazioni era forte e chiara:” Fidatevi, quello che hanno detto coincide con il vero”

“Sei sicuro, Takashi?”: confermò Matt, appoggiando il dito sull’auricolare, dimenticandosi la veloce dimostrazione che gli avevano dato prima di partire.

“Non so… Come avete fatto a venire fin qui?”: chiese nuovamente, ignorando la voce dell’uomo più vecchio che ora li monitorava da villa Wayne.

“Abbiamo seguito l’auto”: rispose Lance, alzando le spalle:” Quella che è diventata invisibile”

“Tecnicamente è una navicella”: il nuovo supereroe si intromise timidamente, alzando un dito e chiudendo gli occhi mentre spiegava:” Una navicella è capace di viaggiare attraverso lo spazio e la fantascienza ed è solitamente in metallo. Anche se in effetti quello sembrava più un caccia modificato in modo da mimetizzarsi con l’ambiente circostante e-“

“Okay, abbiamo capito!”: Lance lo interruppe, tappandosi le orecchie:” Qualsiasi cosa fosse l’abbiamo vista, riconosciuta e seguita!”

“Cosa dovremmo fare, Takashi?”: chiese Keith, la voce ferma e stranamente calma.

“Collaborate, da quello che ho capito stanno cercando la stessa nostra persona”: ragionò:” Meglio averli in squadra che come nemici, abbiamo lo stesso obiettivo”

“Non se ne parla! Abbiamo già lui!”: indicò Matt, ringhiando:” Non formeremo una squadra!”

“Keith, è l’unico modo”: lo rimproverò attraverso l’auricolare:” Fidati di me”

Keith brontolò dando a Lance una pacca sulla spalla, mentre da molti piani più in basso, si sentì un fastidioso scoppio e il rumore della partenza di un’auto.

“No!”: esclamò, sporgendosi da una finestra rotta e vedendo le strade vuote sotto ai suoi piedi.

“È scappato, di nuovo”: si lamentò Romelle, piagnucolando e appoggiandosi a Matt.

“Bene, supereroe, ora cosa facciamo?”: lo prese in giro con un tono canzonatorio.

“Cambio di programma”: esclamò con un tono molto severo e autoritario:” Andiamo a villa Wayne”


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1 year ago

Just a silly dream...

Saturday I'm seeing the FNAF movie, and scrolling on TikTok I literally saw a LOT of spoilers... (That I won't say here bc... ya know) and I had a crazy dream last night...

I was in the Freddy Fazbear Pizzeria at night, and I dreamed that the missing children were the Voltron characters!

Freddy was Shiro, Foxy was Lance, Bonnie was Hunk and Chica was Romelle! Also Pidge was the puppet and Keith was the Crying child!

But wait, there is more! I dreamed that William Afton was Zarkon and Allura and Lotor were his children! (Also Keith but adopted like CC aha). Lotor was literally Micheal Afton while Allura was a normal girl that helped Lotor killing Keith but then regretted...

And also Sam Holt was Mr. Emily?????

AND I WAS WITH ALLURA IN THIS FUCKING PIZZERIA A LOT OF YEARS LATER BC ZARKON WAS BACK BUT FOXY (LANCE), BONNIE (HUNK), FREDDY (SHIRO) AND CHICA (ROMELLE) WERE EVIL BECAUSE OF HIM AND WE NEEDED TO FIND KEITH AND PIDGE AS GOLDEN FREDDY AND THE PUPPET I CANT'-

Can someone make an AU please...? I'm too Lazy and busy to do one of myself...


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