Quando Cammini Cercando Di Scomparire Tra La Folla Non Funziona, Come Se Tu Portassi Un Segno, Una Melodia

Quando cammini cercando di scomparire tra la folla non funziona, è come se tu portassi un segno, una melodia dentro di te, una di quelle che non si sente con le orecchie, ma si guarda con gli occhi
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Nascondi nello specchio, fin dentro allo sterno, anni di lacrime. Mille gocce di acqua salata in fila come piccoli soldatini di pietra a bastonare emozioni.

A 20 consumati dalle paure, a 40 cosa faremo? “C’è tempo” tu dici, ti sdrai su un fianco e io mi domando cosa ci vedi nelle nuvole, mi domando dove sei, di cosa abbiamo paura.

Si perdono le chiavi, gli occhiali, i telefoni ai concerti, i voli, i treni, le scommesse, a volte la testa, ma le persone non si perdono. Non quelle con cui hai passato pomeriggi, tra quattro mura, a raccontarvi in silenzio intere odissee, con certi sguardi che ti portavano dall’Islanda dritto sulla Luna. Finché mi ricorderò di essere in vita, mi ricorderò di te.

L’acqua cadeva, una goccia alla volta, sugli occhi chiusi e trasformava i nostri sogni in film in bianco e nero. Non ci toccavamo, ma sentivo la tua presenza, come un tepore di gatto accovacciato sul petto. E dentro di me pregavo che quella tortura non finisse mai