Di Un Temporale Mi Piace Tutto. Le Foglie Che Iniziano A Sbattere Sempre Pi Forte, Una Palla Inizia A

Di un temporale mi piace tutto. Le foglie che iniziano a sbattere sempre più forte, una palla inizia a rotolare da sola, i primi tuoni e il cielo che si fa sempre più scuro in volto. Il giorno in cui vedo un fulmine è un bel giorno
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Filastrocche

Questa non è poesia, perché la poesia non so cosa sia, anche se è da tutta la vita che cerco di capirlo.
Questa non è poesia, perché la poesia è morta, almeno dalle mie parti, anche se qualche suo fantasma si aggira ancora, nelle pieghe di gesti antichi come oceani, che sopravvivono ancora oggi, nonostante l’essere umano fatichi a farlo
Questa non è poesia perché i fantasmi non si fanno intrappolare da versi nè da obiettivi di fotocamere
Questa non è poesia, è il riflesso scarno e smunto di ricordi di gesti antichi come l’essere umano e come le nuvole e le masse di idrogeno prima di lui, il riflesso freddo, pallido come sangue rappreso lungo i binari di una metropolitana dismessa.
Questa non è poesia e io non sono, se non il riflesso di quello che poesia non è

Durante i lunghi viaggi in macchina facevi una cosa strana: con il dito appiccicato al finestrino seguivi le linee del paesaggio che lentamente cambiava, delle montagne, delle colline, del mare. Poi è arrivata la sera, la terra era andata avanti nel suo giro su se stessa mentre tu attraversavi l’Italia da Nord a Sud, e ti sei ritrovata col dito appiccicato alla luna. È stata come una scossa, e in un secondo i tuoi ricordi hanno viaggiato dallo spazio fino al finestrino di una macchina lungo la A14
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Raccoglievi i pezzi di te sparsi sul pavimento, senza neanche più fare attenzione a non tagliarti. Mezzogiorno, la tua camera immersa nel buio e il caldo lancinante un sibilo acuto tra le meningi. Ogni tanto spuntava un ricordo, una cartolina dagli abissi, come quella foto di te al fiume mille estati fa. Eri tu? Eri lei? Ma non stavi più respirando